Domanda:
se ti piacciono 10 punti facili entra?
bigblackface
2009-01-26 09:08:46 UTC
ragazzi mi trovate su internet o la parafrasi o la sintesi di"omero il naufragio e la salvezza"à
Sette risposte:
saggezza in pillole
2009-01-26 09:12:05 UTC
La più alta delle due lingue di fuoco della fiamma che dura da tanto tempo cominciò a scuotersi, mormorando, proprio come una fiamma che il vento agita; quindi ondeggiando qua e là la punta come se fosse una lingua che parlava, emise una voce e disse:"Quando mi allontanai da Circe, che per più di un anno mi trattenne presso Gaeta, prima che Enea chiamasse così quella località, nè l’affetto per mio figlio Telemaco, nè il rispetto e la devozione verso il vecchio padre Laerte, nè il legittimo amore coniugale per Penelope, che avrebbe dovuto renderla lieta, riuscirono a vincere in me il desiderio ardente di fare esperienza del mondo, dei vizi umani e della virtù: ma mi affidai al mare profondo e sconfinato con una sola nave e con quei pochi compagni dai quali non fui mai abbandonato.Vidi l’uno e l’altro litorale del Mediterraneo, fino alla Spagna da un lato e fino al Marocco dall’altro, l’isola della Sardegna e le altre che il mar Mediterraneo bagna.Io e i miei compagni eravamo vecchi e stanchi quando arrivammo a quello stretto passaggio dove Ercole segnò i confini del mondo, perchè l’uomo non procedesse oltre;sulla mia destra a nord, lasciai Siviglia, sulla sinistra, a sud, avevo lasciato Ceuta.



"O fratelli, dissi, che attraverso centomila pericoli siete giunti all’estremo del mondo, non vogliate rifiutare alla così breve porzione di vita sensibile che ci resta l’opportunità di conoscere, seguendo il corso del sole, l’emisfero disabitato.



Considerate la vostra origine:non foste creati per vivere come bestie, ma da uomini, per conquistare virtù e conoscenza".



Con il mio breve discorso resi i miei compagni così desiderosi di proseguire che a stento avrei poi potuto trattenerli e, volta verso est la poppa della nave, usammo i remi come ali per un volo temerario, procedendo sempre verso sinistra. Già la notte mostrava tutte le stelle dell’emisfero australe, mentre quelle del nostro erano così basse che non emergevano dalla linea del mare.Cinque volte si era illuminata e altrettante spenta la luce che la luna mostra nella sua parte inferiore, da che avevamo intrapreso il nostro difficile viaggio verso le Colonne d’Ercole, quando ci apparve una montagna, scura per la lontananza, e mi parve così alta come non ne avevo mai vista nessuna.Noi ci rallegrammo, ma subito la nostra gioia si tramutò in pianto, poichè dalla terra appena intravista si alzò un vortice di vento che investì la prua della nave: tre volte la fece girare su se stessa insieme alle onde, alla quarta sollevò la poppa e inabissò la prora, come volle Dio, finchè il mare si richiuse sopra di noi.
YuKeKe
2009-01-27 06:45:29 UTC
ke kazzo c'entra nella categoria Mazda, piuttosto cercatela tu...
2009-01-26 09:21:22 UTC
– www.loescher.it/mediaclassica –

La preghiera di Odisseo a Nausicaa. Omero, Odissea VI

148-197

Francesca Razzetti

Destinazione

Questo breve ma significativo brano omerico si può agevolmente inserire nella programmazione

didattica di Autori greci in I liceo o in V ginnasio, oppure è possibile utilizzarlo anche in IV

ginnasio (opportunamente semplificato), in parallelo allo studio dell'epica greca, come primo

contatto con i poemi omerici in lingua originale e magari lavorando sulle diverse traduzioni (in

poesia e in prosa, per esempio).

Contestualizzazione

Nel libro VI Odisseo, partito dall'isola di Calipso, dopo venti giorni di navigazione (di cui gli

ultimi due di tempesta, a causa dell'ira di Poseidone), giunge naufrago a Scheria, terra dei Feaci:

qui incontra la bella figlia di Alcinoo, Nausicaa, con la complicità della dea Atena; la fanciulla,

infatti, ammonita in sogno dalla dea perché le sue nozze sono vicine, si reca con le sue ancelle al

fiume a lavare le vesti e poi si diverte a giocare a palla; gli schiamazzi delle giovani destano

Odisseo, che si era addormentato, sfinito e nudo, sotto un cespuglio: al suo apparire, le ancelle

fuggono spaventate, mentre Nausicaa resta, ispirata da Atena, ad ascoltare le parole che Odisseo

le rivolge quasi in religiosa preghiera.
Matteo R
2009-01-26 09:15:00 UTC
Molti di noi hanno sentito parlare dei mostruosi ciclopi, delle perfide sirene e del cavallo di legno di cui i greci si servirono per vincere la guerra di *****. Questi e altri miti ci sono stati tramandati dalle opere di un antico poeta greco conosciuto con il nome di Omero.



UN UOMO MISTERIOSO



Chi era Omero? Ancora oggi non lo sappiamo con certezza.



Secondo la tradizione, Omero fu un aedo, ovvero un poeta che inventava lunghi poemi e poi li recitava a voce, forse accompagnandosi con il suono di una cetra. Si dice che sia vissuto nell’VIII secolo a.C., circa 2.700 anni fa, e che fosse originario di Chio, un’isola greca vicina all’odierna Turchia. Le leggende raccontano che era cieco e che trascorse la maggior parte della sua vita come un povero mendicante, vagando di paese in paese.



Omero è famoso soprattutto per i due poemi intitolati Iliade e Odissea. Entrambi narrano della guerra di ***** e degli eroi che la combatterono.



OMERO FU IN REALTÀ DUE PERSONE DIVERSE?



Ma l’Iliade e l’Odissea furono composte da un’unica persona? E furono davvero opera di Omero? Ancora oggi gli esperti non sanno rispondere a questa domanda e addirittura non sanno se Omero sia veramente esistito.



I due poemi presentano stili differenti e quindi, secondo alcuni studiosi, devono essere stati scritti da due diversi poeti. Secondo altri, invece, i poemi sono stati in realtà costruiti unendo tra loro una grande quantità di poemi e canti diversi e originariamente indipendenti. Omero sarebbe dunque solo un personaggio mitico: egli riunirebbe in sé molti aedi sconosciuti, che si tramandarono oralmente questi canti.



LA PROVA DEL TEMPO



Chiunque sia stato Omero, l’Iliade e l’Odissea sono ancora adesso tra i più grandi poemi di tutti i tempi. Gli antichi greci hanno dedicato alla guerra di ***** altri poemi e tragedie, sempre servendosi delle opere di Omero come riferimento. Gli scrittori dei secoli successivi hanno prodotto un numero incalcolabile di traduzioni e hanno narrato nuovamente le storie di Omero in canzoni, romanzi, opere, balletti, fiabe, film e persino giochi per computer. Queste vicende hanno influenzato anche il nostro modo di parlare. Pensa, ad esempio, alla parola “odissea”, che viene usata abitualmente per indicare un viaggio lungo e faticoso.



GUARDA SE LO TROVI QUA!!!!!
matteo17
2009-01-26 09:12:11 UTC
ciao
2009-01-26 09:11:14 UTC
ti piacerebbe ehhhhhh
Riccardo
2009-01-26 09:11:27 UTC
ma xkè non te la cerchi tu cafone ignorante


Questo contenuto è stato originariamente pubblicato su Y! Answers, un sito di domande e risposte chiuso nel 2021.
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