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La preghiera di Odisseo a Nausicaa. Omero, Odissea VI
148-197
Francesca Razzetti
Destinazione
Questo breve ma significativo brano omerico si può agevolmente inserire nella programmazione
didattica di Autori greci in I liceo o in V ginnasio, oppure è possibile utilizzarlo anche in IV
ginnasio (opportunamente semplificato), in parallelo allo studio dell'epica greca, come primo
contatto con i poemi omerici in lingua originale e magari lavorando sulle diverse traduzioni (in
poesia e in prosa, per esempio).
Contestualizzazione
Nel libro VI Odisseo, partito dall'isola di Calipso, dopo venti giorni di navigazione (di cui gli
ultimi due di tempesta, a causa dell'ira di Poseidone), giunge naufrago a Scheria, terra dei Feaci:
qui incontra la bella figlia di Alcinoo, Nausicaa, con la complicità della dea Atena; la fanciulla,
infatti, ammonita in sogno dalla dea perché le sue nozze sono vicine, si reca con le sue ancelle al
fiume a lavare le vesti e poi si diverte a giocare a palla; gli schiamazzi delle giovani destano
Odisseo, che si era addormentato, sfinito e nudo, sotto un cespuglio: al suo apparire, le ancelle
fuggono spaventate, mentre Nausicaa resta, ispirata da Atena, ad ascoltare le parole che Odisseo
le rivolge quasi in religiosa preghiera.